E' bravo, ma non si applica: Il Sottorendimento
Fonte: http://blog.metodo3emme.it/
Probabilmente lo hanno ripetuto più volte ai nostri genitori quando eravamo spensierati studenti di medie e superiori. Talvolta utilizzata come frase di incoraggiamento, scopriamo cosa si nasconde sotto questo tabù:Si definisce letteralmente: sottorendimento il rendimento scolastico inferiore a quanto sarebbe previsto in base all’età, istruzione e potenziale intellettivo del bambino o ragazzo. Il sottorendimento non ha una relazione con uno specifico quoziente intellettivo: risulta però particolarmente preoccupante quando si tratta di studenti con un buon potenziale.La problematica non va confusa con la ADHD (Sindrome da deficit di attenzione e iperattività), un disturbo caratterizzato principalmente da mancanza di attenzione, impulsività e ipercinesia; comportamenti tali da rendere difficoltoso il normale sviluppo e adattamento sociale.
Il sottorendimento non ha una relazione con il quoziente intellettivo
Per i bambini, il processo di apprendimento che permette di acquisire competenze e lo sviluppo della propria personalità devono avvenire in modo armonico. Succede però, che la conquista di un’abilità o un nuovo l’interesse, porta ad un temporanea ‘involuzione’ in un’altra. Un giovane studente che si approccia ad un nuovo sport, conosce un nuovo amico o si appassiona ad un nuovo hobby rischia di provare leggero meno interesse per gli studi, che ne frattempo non si sono rivelati stimolanti. Sebbene il bambino sia intelligente, in un dato momento della sua vita, i risultati non possono essere quelli attesi.
Abbattiamo il mito della “buona volontà”: frasi come ‘dovresti impegnarti di più’, ‘sei sempre disattento’.
Il sottorendimento di un bambino o ragazzo intelligente è dovuto al suo interesse, agli stimoli che le nuove esperienze che sta vivendo sanno dare.
Questo apre una sfida culturale e trasversale per tutto il sistema scolastico: i cambiamenti sociali, economici e culturali, il rapido sviluppo dei mezzi tecnologici di comunicazione e dei saperi in ogni campo hanno messo la scuola di fronte a nuove problematiche, a nuove sfide, che spingono gli insegnanti alla costante ricerca di nuove risorse sul piano didattico, pedagogico e relazionale.
Un giovane su 4 si dice stressato dall’anno scolastico
Una situazione non piacevole, che per uno studente si traduce in stato di stress. Una ricerca dell’American Psychological Association registra risultati preoccupanti: il 27% dei giovani ha risposto di avvertire “stress estremo” durante l’anno scolastico, contro il 20% degli adulti nello stesso periodo lavorativo. La preoccupazione crescente di genitori ed insegnanti aumentano solo il problema, per questo, capire e gestire il fenomeno diventa una chiave decisiva. Oltre la sfida lanciata all’istruzione, che deve rendersi sempre più fruibile ed al passo con i tempi, l’altra sfida è a casa. Aumentare il dialogo, condividere interessi e passioni senza sopprimere le nuove e trasmettere il valore della scuola. Ma non solo, la gestione dello stress diventa importante: godere di un buon sonno, essere energici la mattina e praticare sport sono necessari a mantenere un umore positivo e propositivo. Banalmente, una cena leggera con una camomilla prima del sonno ed una ricca colazione energica ma non troppo zuccherata possono ridurre lo stress e quantomeno aiutare lo studente ad affrontare la giornata scolastica al meglio.
Una colazione troppo dolce? Sbadigli di metà mattina
La colazione deve essere energica ma non troppo dolce. Succede che una colazione troppo zuccherata comporti un aumento eccessivo della glicemia. All’aumento della glicemia segue l’aumento dell’insulina, l’ormone che permette allo zucchero di entrare nelle cellule. Glicemia troppo alta si traduce in livello di insulina troppo alto, per cui tutto lo zucchero verrà veicolato nelle cellule e già a metà mattina i ragazzi si troveranno in ipoglicemia, un calo di zuccheri, responsabile in primis di sonnolenza, sbadigli e distrazioni. Abbiamo capito quanto sia normale a volte per un giovane avere l’interesse altalenante, ma il sottorendimento può essere gestito e prevenuto e non bisogna mai confondere il sottorendimento con il quoziente intellettivo degli studenti.